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di Marco Riccòmini

See differently

Per guardare in modo nuovo e diverso si può provare a spogliare l’oggetto del nostro sguardo dal rumore del colore.

Luci e ombre sul Tamigi, riflessi del rincorrersi tra nubi e sole nel cielo d’inverno. Un gioco di chiari e di scuri presieduto dalla Venere diafana e alabastrina nella tela di Wright of Derby, top lot della Evening Sale a New Bond Street (£7,263,700 contro una stima di £2,5-3,5 milioni); e anche da quei due frati del Greco, pure loro magri di colore, miglior risultato a King Street (£6,871,250 contro una stima di £5-7 milioni). Come se in queste vendite di fine anno l’occhio di chi acquista, affaticato dai neon fuori e dentro i maxischermi di Piccadilly Circus, avesse preferito il riposo di un’immagine desaturata, più chic e meno pop. Un regard étrange, anzi diverso.


"Se ne esce come abbagliati, conservando per qualche istante una vista sfocata, come quella che trasmette poco prima l’Helga Matura with her Fiancé di Gerhard Richter".


See differently, suggerisce il sottotitolo della mostra in questi giorni alla National Gallery dedicata alle opere d’arte in bianco e nero dal Medioevo ad oggi (Monochrome. Painting in Black and White). Nell’ultima stanza (Room for one colour del danese Olafur Eliasson) si è investiti da una potente luce monofrequenziale, che riduce il nostro spettro visivo a due soli colori. Se ne esce come abbagliati, conservando per qualche istante una vista sfocata, come quella che trasmette poco prima l’Helga Matura with her Fiancé di Gerhard Richter. Alle volte, per guardare in modo nuovo (e diverso) si può provare a spogliare l’oggetto del nostro sguardo dal rumore del colore. Ma per farlo occorre deporre le nostre armi; ossia chiudere gli occhi, e usare la testa.