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di Leonardo Piccinini

Le sorprese di Parma

La Sala del Trionfo e le novità della Pilotta

Si torna a Parma, nel monumentale complesso della Pilotta, ambiziosa – e perciò incompiuta – sede concepita dai Farnese per tutto l’apparato di corte (cucine, scuderie, teatro, collezioni…), per l’apertura di un nuovo ambiente dedicato alle arti decorative. E si resta piacevolmente sorpresi per la rivoluzione in atto. Da poco più di un anno un nuovo direttore, Simone Verde, selezionato nell’ambito della riforma Franceschini (che prevede l’autonomia anche per la Pilotta), sta tentando – con buoni risultati – di dimostrare che l’apparato statale, nonostante burocrazie e ritardi, è in grado di funzionare persino in Italia. Che sorpresa salire lo scalone monumentale (tra i primi di questa grandiosità in Italia, siamo all'inizio del ‘600) senza le altrettanto monumentali ragnatele che da decenni lo infestavano: oggi è completamente restaurato. Seconda sorpresa, la gestione unitaria di Museo Archeologico (con i marmi di Veleia, da non perdere) e Galleria Nazionale. E con la Biblioteca Palatina, capolavoro neoclassico del pioniere Petitot, che si visita come parte di un unico tour.

E proprio qui sta la novità, possibile grazie alla riforma museale: poter risalire all’unitarietà di un complesso monumentale di straordinaria importanza, di quel sapere universale come lo intendeva Ranuccio Farnese, come gli illuministi del governo tecnico (già allora!) Du Tillot. E come senz’altro prevedeva la gestione della madre di tutti i parmigiani, Maria Luigia. Che sorpresa poter rivedere la facciata del Tribunale, gioiellino di Petitot, o la lunga infilata dei saloni dell’Accademia di Belle Arti, su modello di Brera, che si concludono con i due colossi di basanite (più di tre metri, I secolo, provenienti dagli Orti Farnesiani di Roma, talmente pesanti da non poter essere portati via da Carlo di Borbone…). Prima la prospettiva era interrotta dal Trionfo da tavola, in marmi, pietre dure, bronzi dorati e non, concepito per l’ambasciata di Spagna a Roma e arrivato a Parma per incroci dinastici a metà ‘800. Che ora troneggia nel nuovo spazio museale alle spalle del Teatro Farnese (1618, si festeggiano i quattrocento anni), con l’allestimento storico di Guido Canali rinfrescato per l’occasione.

Parma, che bella sorpresa !