notizia

Leonardo Piccinini

Virgilio Riccomini

I Carracci agli Uffizi

Della bravura di Marco Riccomini nella ricerca, nella scrittura, nel saper raccontare, molto si è detto e molto si dirà. Chi legge la Gazzetta Antiquaria si è imbattuto nell’entusiasmo, nell’osservazione puntuale, a tratti spietata, sempre ironica, mai del tutto accondiscendente, dei suoi pensieri e delle sue recensioni. E proprio per questo così interessanti. Quale umile interprete del Mangiafagioli (di Annibale Carracci, a Palazzo Colonna) nel film di Giulia Giapponesi (2019) su quella rivoluzione silenziosa ancor oggi così poco percepita, e in cui Riccomini, novello Virgilio, girava il mondo tra opere e affreschi, mi permetto di raccomandare l’ultima fatica (e che fatica!) del Nostro, I Carracci agli Uffizi.

“La prima dettagliata ricognizione su quanto dei Carracci o a loro riferito si custodisce a Pitti e agli Uffizi, non solo in pittura ma anche, e soprattutto, nei disegni, di cui sono ricche le raccolte fiorentine” scrive chi ha voluto questo libro, l’ex direttore Eike Schmidt. Oltre 500 disegni, schizzi e progetti su carta, archiviati sotto il nome generico dei Carracci e dei loro stretti associati, e numerosi dipinti (tra i quali molti presunti autoritratti). Un materiale su cui Riccomini ha messo ordine, rimuovendo, aggiungendo, integrando, con quell’acribia e simpatica spietatezza di cui sopra…

Ricco l’apparato fotografico ad hoc (complimenti all’editore SilvanaEditoriale!) e molte novità, molti confronti con i cicli più famosi (Palazzo Fava, Magnani, Farnese…). Spicca tra i dipinti la Venere di Annibale, uno dei vanti della collezione medicea, già inserita da Zoffany nel suo capolavoro The Tribuna of the Uffizi (Grand Corridor, Windsor Castle). Il satiro che l’accompagna è un campione di bolognesità, conosco tanti suoi parenti…

La “selva oscura”dei Carracci (come scrive Riccomini) ha trovato il suo Virgilio. Buona lettura.